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I CONFINI... DELLIRREALTÀ
di Roberto M. Jemmi
Forse non ci siamo mai fermati un attimo a riflettere su un fatto che
purtroppo condiziona ogni aspetto del nostro stesso esistere: la suddivisione della
realtà in categorie, che ormai inconsciamente operiamo ad ogni stimolo che ci viene
fornito dal mondo esterno. Con questo tipo di semplificazione mentale pensiamo di essere
in grado di spiegare ciò che accade intorno a noi: in definitiva vogliamo ricondurre
qualsiasi situazione inedita ad un qualche déjà-vu che certamente eviterà di
metterci in crisi. Proviamo un estremo disagio davanti al nuovo, al diverso,
molto più comodo per noi è tracciare nella nostra mente queste ipotetiche linee che ci
forniscono un limite oltre il quale non andare: il limite della nostra paura. Lunico
tipo di confine legittimato dalla sua stessa esistenza è quello fisico, caratteristica
fondamentale della materia. Ogni volta che noi andiamo invece ad aggiungere un nuovo
limite alla nostra realtà, non facciamo altro che perdere una ulteriore possibilità di
ampliamento della nostra conoscenza e di sviluppo della nostra intelligenza. Lintelligenza
infatti è capacità di adattamento immediato ad ogni situazione nuova e cresce nel
confronto e nella dialettica con il diverso, considerando che esiste sempre un
rapporto biunivoco tra noi e laltro: ognuno ha qualcosa da dare ma, nello stesso
tempo, da imparare. Rispetto per la diversità è un concetto già troppo asettico,
distaccato, che implica solo una fredda osservazione di un altro mondo evitando ogni tipo
di interferenza, ma anche di scambio e di coinvolgimento. Nasce ancora in una logica di
paura. E la parola che si è cercato di sostituire a solidarietà (termine di
cui oggi forse si è fuorviato il significato, ma che implica il lavorare insieme per un
progresso comune) da parte di chi trova economicamente e politicamente molto comodo
mantenere separazioni allinterno dellumanità. La paura è stata poi il
cardine per la traduzione nel mondo reale della divisione mentale in categorie mediante i confini
(di stato, di regione, etc.). Questi servono solo a legittimare lautorità
costituita, cioè il potere di pochi contro la libertà di tutti.
Il vero salto di qualità delluomo va nella direzione di unabolizione dei
concetti di razza, di nazionalità, di stato, per raggiungere la consapevolezza che esiste
una sola umanità, che proprio nella diversità individuale, nella libertà e nel
confronto ha la sua forza e il massimo dellespressione, anche a livello artistico.
Non possiamo perciò che ribellarci contro chiunque cerchi ogni giorno di creare nuove
divisioni o nuovi confini (mentali o reali) lavorando in senso esattamente contrario
allintelligenza e per puri fini personali.
robby_guitar@rocketmail.com
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