Storia come insegnamento

Indicazioni stradali sparse per terra

Processo ad Etievant

V for Vendetta

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V FOR VENDETTA

ALAN MOORE - DAVE GIBBONS

di GIAMPAOLO PIERMAROCCHI

Sono le parole di chi vede poiché ha gli occhi e sa come adoperarli, sono le parole di chi sente perché ha le orecchie adatte per sentire quello che gli altri non sentono.

La Donna Giustizia, con le braccia tese, spada nella mano destra, bilancia nella mano sinistra, non è amante di tutti quelli che credono in lei, ma solo di chi può pagarla. La bilancia serve per pesare il denaro, le offerte ricevute, la spada per uccidere chi protesta.

L'illusione è nel vederci altro in quelle mani, nel vederci quei concetti che i nostri padri e le nostri madri, nonché le istituzioni, le scuole, gli amici e i libri ci hanno inculcato fin dalla più tenera età. Ma ogni tenera età si appresta a divenire dura come la suola delle scarpe e ci si accorge che ogni cosa è falsa, che dietro ogni paravento non c'è un amante pronta a fare l'amore con noi e nulla, niente di tutto quello che ci hanno detto può servire a qualcosa


Durante il processo di Norimberga un uomo, un soldato del Reich davanti alle domande della corte, davanti alle immagini dei morti, davanti all'orrore di cui si rese partecipe, rispose semplicemente "Eseguivo gli ordini". Dicendo ciò pensò di salvarsi l'anima, ma la verità è che era colpevole come chi gli aveva dato quegli ordini, se non di più e colpevoli non erano solo quei tedeschi, ma il mondo intero. A Norimberga vennero processati solo i tedeschi e i collaborazionisti. Nessuno processò l'intero governo americano che già nel 1941 era a conoscenza dei campi di sterminio, né venne processato il Vaticano o la Croce Rossa Internazionale. Tutti quanti sapevano, tutti i potenti sapevano cosa accadeva in Germania e in Polonia, ma nessuno fece nulla fino alla vittoria degli Alleati.

Vittoria. Quale vittoria può esserci davanti ad un orrore che non è di un popolo solo, ma di una civiltà intera?

Una requisitoria ironica contro il potere e contro chi ha scelto quel potere. V ci ricorda che tutti noi, che il popolo intero, che tutte le masse di ogni nazione potevano dire una semplice parola "No", ma l'hanno detta in pochi e si sa, in democrazia vince la maggioranza. Non importa mai se la maggioranza è costituita da cialtroni, ipocriti, benpensanti, borghesi, falsi progressisti, neo conservatori, no, non importa. La maggioranza vince sempre. Fu la maggioranza a scegliere Stalin, fu la maggioranza a scegliere Hitler, Mussolini, fu il popolo a sceglierli. Fu il popolo a delegare a loro le responsabilità di ogni singolo individuo.

Il conflitto è antico. La popolazione dei Ciclopi veniva osteggiata perché praticava una forma di governo toppo simile all'Anarchia, la scelta era tra Sparta e Atene. Vinse il modello ipocrita di Atene. La democrazia ad ogni costo, dove "Tutti uguali" voleva dire che il povero era uguale ad un altro povero e aveva i suoi stessi diritti, ma un borghese era diverso dal povero e uguale ad un altro borghese, perché entrambi, i diritti, se li potevano comprare. Eunomia, Autonomia. Per secoli i popoli hanno rifiutato qualsiasi tipo di autonomia se non quella concessa a piccole dosi dalle autorità. Lamentarsi contro qualcuno è più facile che rimproverare se stessi. Non ha senso chiedere giustizia ai partiti o ai governi se non la si chiede per primo a noi stessi. La libertà non ci viene data dall'adesione ad un partito che dice che farà lavorare tutti e meno, non viene dai comizi dove uomini in cravatta o fazzoletti rossi al collo urlano contro le masse che ci vogliono più diritti, no, la libertà non viene da loro, la libertà nasce dentro noi stessi, ogni giorno, ogni notte. Non serve aver votato un buon politico se poi la notte non riusciamo a dormire perché ci sentiamo prigionieri, del mondo e di noi stessi. No, la libertà non serve a nulla se non siamo noi a sentirci liberi.

E' lecito domandarsi a questo punto se non sia più giusto non vedere e non sentire, piuttosto che vedere e sentire, dato che per farlo bisogna soffrire prima.

Davanti al dolore e al piacere chi sceglierebbe il dolore? Nessuno. Ma V non scelse, gli imposero la scelta. Nella vita sono tanti a non poter scegliere, sta a loro fare di quella non-scelta il loro unico sistema di vita. Sta a loro, è nella loro volontà tirare fuori da quelle esperienze la forza utile per far uscire le energie necessarie a spezzare le catene. Chi non può scegliere non può neanche tornare indietro, può solo andare avanti, e se va verso l'inferno l'unica cosa che può fare è trascinarsi con se più gente possibile.

Nello Hagakure è scritto che in un dilemma di vita e di morte va scelta una subitanea morte. In un dilemma di piacere e dolore va scelto un subitaneo dolore poiché è nel dolore che siamo tutti accomunati, è nelle lacrime e nel sangue che siamo tutti più vicini. E' quando siamo tristi e sconsolati che ci accorgiamo delle altre persone che stanno come noi, quando siamo allegri, felici, non vediamo nessuno e non amiamo nessuno, ma finché tutti quanti non saranno felici, finché tutti quanti non vivranno più in solitudine, noi non saremo mai liberi. Le stesse esperienze avvicinano cuori che si credevano lontani, anime che si credevano ormai perdute in qualche limbo dimenticato dal tempo.

La trasformazione di un individuo da oggetto passivo a soggetto attivo. Il primo passo verso la libertà. Il primo passo verso l'Anarchia.


"Nessuna idea è innata, tutte a mezzo dei sensi ci vengono dall'ambiente in cui viviamo. La facoltà di assimilarle varia a seconda degli individui, dell'intensità o della frequenza delle sensazioni provate. Ora, se ogni atto è la vibrazione di un idea o di un gruppo di idee, come si può determinare la responsabilità di un individuo se non si possono conoscere le sensazioni che l'hanno mosso ad agire, le resistenze che egli poteva opporre?."

Nel parlare di Anarchia, o meglio, di un governo anarchico, il primo problema è costituito proprio dal dover spiegare come un governo possa essere anarchico. In pratica, come ci possa essere una costituzione anarchica. Da molti anni il dibattito politico nel movimento anarchico si muove sul tentativo di materializzare un idea che fino ad oggi sembra possibile solo nel mondo delle idee. Su questo fatto dell'impossibilità di materializzare il concetto di Stato Anarchico, molti uomini politici ci hanno giocato molto e hanno fatto leva sull'incertezza delle masse per poterle avvicinare ai loro progetti. Ci sono state epoche nelle quali l'idea di Stato Anarchico si muoveva verso la canalizzazione di energie materiali rispondenti al problema di base, ma la soluzione fu nell'abbandono di questi canali per strade che sembravano più accessibili.

Nella guerra civile spagnola il più alto tributo di sangue fu pagato dagli anarchici. C'è una foto simbolo che riassume la violenza di quegli anni, scattata da un fotografo in quei momenti che ogni giornalista sogna di avere. C'è un uomo che imbraccia un fucile, su una collina terrosa, il suo corpo è spinto indietro da una pallottola sparata dal fucile di qualche falangista. Non si è mai saputo chi fosse quell'uomo, era un simbolo, non ci si domandava cosa ci fosse dietro al simbolo. Ora, la notizia è recente, si è scoperto che quell'uomo era un ragazzo di diciassette anni, un 'anarchico. Diverse generazioni hanno visto quella foto come il simbolo di una guerra che vide perdenti le forze di sinistra contro quelle fasciste. Per anni quella foto è stata il simbolo di una guerra. Ora quella foto è il simbolo di una volontà che non si piegherà mai davanti a nulla. Il simbolo dell'Anarchia che lotta contro l'oppressione. Negli anni di quella guerra civile molti anarchici furono massacrati non solo dai falangisti, ma spesso e volentieri anche dai loro "alleati" comunisti. Mi chiedo, se fossero vive quelle persone ancora oggi, con quali occhi avrebbero potuto vedere quella foto sapendo che raffigurava un ragazzo anarchico di diciassette anni?. In quell'epoca si combatté anche per cercare di capire come si potesse rispondere alla domanda: Stato Anarchico?. Molti anarchici scelsero di passare nelle file del comunismo, altri si diedero alla lotta senza fine combattendo nelle numerose rivoluzioni dell'America Latina, ma a quella domanda non rispose più nessuno. La nostra stessa tradizione di paese anarchico con le sue radici nei lidi Livornesi e Carraresi andò perduta in quell'epoca. Il concetto di Anarchia rimase etereo, si scelse di non promuoverlo a concetto politico reale e molte cose vennero travisate.

Alan Moore fa dire a V una frase che riassume e risolve questi travisamenti. "Anarchia significa senza capi, non, senza ordine.L'età dell'ordine inizierà alla fine del folle ciclo di Verwirung...questa non è l'Anarchia, Eve, questo è il Caos...dall'ordine involontario nasce lo scontento, padre del disordine e progenitore della ghigliottina...".

L'Eunomia deve essere volontaria, l'autonomia del singolo totale. I centri del potere vengono colpiti uno ad uno gradualmente, dal basso verso l'alto, fino alla testa. Nel breve discorso finale di V rivive la volontà eterna dell'individuo che lotta contro tutto ciò che non è amore. "..ci sono delle cose che devi sapere, questo paese non è salvo... non crederlo.. però del suo vecchio ordine non restano che macerie, e sulle macerie costruiremo. Ecco il loro compito: essere padroni di se stessi, della loro terra, del loro amore... fatto ciò parlino pure di salvezza. Senza, non saranno che carogne. Entro la fine del secolo conosceranno il proprio destino: la rosa fiorirà tra le macerie oppure fiorirà troppo tardi..."

 


Ivano Miselli

ivm

15 ago 1999